/, Motivazione, Organizzazione Aziendale/La Nuova Psicologia della Leadership

di Roberto Esposito, Coach ICF ed ex Direttore del Personale e Federico Vigorelli Porro, Psicologo e Coach ICF

Leadership 2.0

Nel mondo è in atto un profondo cambiamento, portato dalle nuove tecnologie e dal paradigma di relazione che queste ci propongono. Le persone sono sempre connesse, si scambiano informazioni  in continuazione. I Social Media danno voce e credibilità a persone che anche solo 5 anni fa non sarebbero mai emerse nella massa, perché amplificano e moltiplicano la forza del messaggio: chi lancia un messaggio che risuona più profondamente nell’identità dei suoi “follower” su Twitter ottiene lo status sociale di influenzatore, o addirittura di opinion leader.

Oggi, insomma, chi influenza le opinioni e le azioni delle persone lo fa sempre meno perché investito di questo potere da un’istituzione. I leader che stanno nascendo, in politica, nel mercato, nelle aziende, sono sempre più persone che sanno prendersi questo spazio nella mente e nei cuori dei propri follower.

Quali sono le caratteristiche del leader eccellente?

In Choralia ci occupiamo di Leadership Training da 15 anni. Alcuni di noi sono stati a loro volta leader in aziende multinazionali.

In ogni corso in cui si affronti il tema della motivazione delle proprie risorse viene inevitabilmente fuori una domanda: Leader si nasce o tutti possono diventarlo? Quali sono le competenze di un grande leader, di una persona che sa tirar fuori il meglio dalle sue risorse?

Nel mondo della consulenza delle Risorse Umane si sono generate decine di modelli di leadership, che generalmente si concentrano sulle caratteristiche del leader. Le recenti ricerche effettuate da Alexander Haslam, Stephen Reicher e Michael Platow e raccolte nel libro “The new psychology of leadership” gettano però una luce diversa alla questione, particolarmente interessante proprio perché spiega questo meccanismo Social di cui abbiamo accennato nel primo paragrafo.

La prima considerazione da fare, secondo questi autori, riguarda il fatto che le teorie classiche che cercano di trovare le caratteristiche di un leader non riescono assolutamente a tenere in conto alcuni dati di fatto, emersi nelle ricerche che Haslam, Reicher e Platow conducono da anni:

  • perché differenti contesti richiedono differenti forme di leadership?
  • perché non tutti i leader, pur con caratteristiche simili, riescono a trasformare/modificare la realtà? Se l’efficacia del leader dipendesse dall’avere o non avere un certo carattere, o un certo stile di comunicazione, in qualche modo “basterebbe” replicare quel modello
  • per essere un grande leader com’è possibile avere leader con caratteristiche anche radicalmente differenti tra di loro? Hitler e Mandela sono esempi di grandi leader del ‘900, entrambi in grado di muovere milioni di persomandela_leadershipne verso la visione che loro avevano del loro popolo – eppure queste visioni erano completamente opposte, così come totalmente antitetici erano i comportamenti messi in atto dal tedesco e dal sudafricano.

La leadership quindi non può avere solamente a che fare con le qualità del leader preso singolarmente, perché questo approccio ignora l’importanza delle motivazioni dello specifico gruppo di seguaci e la capacità di produrre trasformazioni.

La leadership al servizio dei “follower”

Lo spostamento di paradigma degli autori della Nuova Psicologia della Leadership è che si può essere leader solo in funzione dei propri follower, esattamente come quei brand o quelle persone, sui Social, che radunano centinaia di migliaia o milioni di follower. Come si fa? Come si deve essere per diventare leader?

Sicuramente le qualità del leader hanno un impatto, con la capacità di delineare una visione, di definire gli obiettivi, di pianificare le attività per raggiungerli e di incentivare il loro raggiungimento. Ma tutto questo funziona solo considerando la volontà dei follower di identificarsi con un «noi» e di condividere gli obiettivi del leader. Di seguirlo.

Non esisterebbero leader se non ci fossero dei seguaci, pronti a identificarsi con il noi che il leader rappresenta.
Ne consegue è che non è possibile identificare la leadership in base alle caratteristiche del leader. Essa al contrario si riconosce in base alle azioni che il leader deve compiere in quel particolare contesto per essere riconosciuto come tale.

Un leader è tale solo perché è in grado di attrarre seguaci

Per essere un grande leader non basta fare grandi cose. La grandezza deve essere apprezzata dagli altri e le azioni devono essere riconosciute come azioni da leader. Il carisma (capacità di ispirare devozione e entusiasmo) non è qualcosa che si possiede, ma è qualcosa che i seguaci conferiscono e riconoscono al leader (Max Weber).

Una nuova psicologia della leadership

Le ricerche effettuate da questi autori li hanno portati a identificare i fondamenti su cui si basa questa nuova psicologia della leadership:

  1. Se la leadership sia efficace o meno dipende dal contesto. Un leader fortemente direttivo può ottenere grande successo in un’azienda, perché la cultura in leaderhsip capoquell’azienda lo consente, e fallire in un’altra, perché la cultura dell’azienda richiede un leader più umano e trascinatore.
  2. La leadership non è una qualità del leader ma piuttosto della relazione tra il leader i seguaci –  questo implica che vada mantenuta nel tempo, come ogni relazione: va guadagnata ogni giorno. Per continuare con il parallelismo con il mondo dei social, pensate ai brand che hanno una forte presa sui propri follower sui Social (per esempio Ceres, o Reebok). Cosa fanno? Intessono relazioni con i propri follower e le mantengono nel tempo. Non “vivono” di comunicazioni unilaterali o di un brand storico ed affermato. Continuano a guadagnarsi, giorno per giorno, l’attenzione dei follower con una relazione che segue le aspettative dei follower stessi. Così deve fare un leader: guadagnarsi la fiducia dei seguaci, non “motivare i collaboratori”
  3. La leadership non riguarda realtà sociali esistenti, ma la trasformazione di queste realtà. L’unico modo di guidare i propri follower è offrendo un cambiamento verso una realtà diversa, che essi “sposano” o desiderano.

In base a questi fondamenti è possibile definire i comportamenti che permettono di riconoscere la leadership:

Creazione di un’identità sociale

Senza un condiviso «senso del noi» o «identità sociale» non possono esistere né leader né follower, ma solo capi e collaboratori (o “sottoposti”).

Il leader quindi deve prima di tutto definire e incarnare l’identità sociale, identificando norme e valori del gruppo. Il leader deve essere percepito come «uno di noi».

Esempio

Senza una chiara idea di cosa fanno e come agiscono «quelli come noi» non c’è leadership.
Non basta quindi che il leader sia «uno di noi», ma deve essere un modello/esempio di quello che siamo. In questo modo è possibile riconoscergli carisma.

Trasformazione

La leadership si realizza attraverso una trasformazione della realtà sociale: trasformazione verso il modello “sposato” dai suoi seguaci.
Il leader quindi deve agire per realizzare l’identità sociale dei suoi “follower” e trasformarla in ciò che essi vogliono.

2017-11-20T12:18:20+00:00 By |0 Commenti

Scrivi un commento